RIFLESSIONI SU VALENZA, TRA PASSATO E FUTURO.
Alcune riflessioni su Valenza, il passato ed il futuro.
QUESTO DOCUMENTO VIENE REDATTO E PUBBLICATO QUALE PIATTAFORMA PER FAVORIRE UN DIBATTITO INERENTE LA SITUAZIONE ECONOMICO SOCIALE DI VALENZA.
E’ RIVOLTO PRIORITARIAMENTE AGLI IMPRENDITORI E A TUTTI I SOGGETTI CHE HANNO A CUORE LO SVILUPPO DELLA CITTA’.
Nel dicembre 2009 la nostra sede territoriale pubblicò un documento, ripreso poi quale contributo per la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale e del Sindaco l’anno successivo, di tale elaborato ci sembra interessante riprenderne il seguente stralcio:
“……………………………Le aree attrezzate, purtroppo, hanno solo in parte assolto il compito assegnatogli di salvaguardia dell’ambiente, di aumento della tutela sui posti di lavoro e di una maggiore capacità di forza in termini promozionali e di immagine, oggi molte fabbriche sono vuote, cosi come si assiste in molte zone a vocazione industriale a veri e propri agglomerati post-industriali dismessi ed abbandonati.
Per la nostra realtà occorrerà promuovere un vero proprio censimento delle fabbriche dismesse, propedeutico ad un riutilizzo razionale degli spazi produttivi, coinvolgendo nelle eventuali ristrutturazioni la piccola e media impresa edile ed affine; occorre quindi rifuggere da tentazioni di autorizzare nuovi grandi insediamenti ma orientarsi verso la riqualificazione urbanistica e produttiva degli spazi esistenti ed inutilizzati………………………….”.
Abbiamo pensato fosse utile riproporre, non per autocitazione, ma per il fatto che ritenevamo utile quella riflessione e la proposta che conteneva.
La stessa se applicata avrebbe, probabilmente, portato più vantaggi rispetto alle scelte assunte successivamente vedi l’autorizzazione ad un grande insediamento industriale e ad altri di minore grandezza, al di fuori delle aree produttive.
Tutto questo ha comportato una pesante cementificazione del territorio con gravi ripercussioni sulla salvaguardia dell’ambiente, il progressivo depauperamento e spopolamento delle aree produttive; basti pensare che nell’area Coinor quasi il 50% degli edifici produttivi sono dismessi ed inutilizzati e l’area nel suo complesso, salvo sporadici interventi di manutenzione pubblica, il più delle volte appare come abbandonata a sé stessa.
Dal punto di vista dell’immagine inoltre lo spettacolo dei parcheggi di servizio alle aree desolatamente vuoti appare come l’evidenziazione dell’abbandono.
Siamo consapevoli che le fabbriche sono state dismesse a causa della gravissima crisi che ha colpito il settore orafo produttivo e commerciale, inoltre la mancanza di ricambio generazionale non ha più consentito quel meccanismo che consentiva il tramandarsi anche nell’ambito famigliare della vita e della gestione dei laboratori.
Il settore orafo non è più considerato di prospettiva, quasi fosse un lavoro contingente, ed esclusivamente di passaggio o di rifugio.
L’Associazione che scrive ha ubicato la propria sede presso il Centro Servizi del Coinor, che comprendeva a suo tempo la mensa orafa poi divenuta ristorante, bar, servizi al settore orafo; apprendendo che a giorni chiuderà lo sportello della banca BPM, rimarremo gli unici componenti attivi del condominio polifunzionale, con il progressivo realizzarsi dello svuotamento dell’edificio.
Come buona parte delle imprese orafe e non, abbiamo raccolto le indicazioni di quelle amministrazioni locali che succedendosi nelle varie legislature indicavano quale scelta strategica l’insediamento delle attività di imprese nelle aree produttive.
Abbiamo poi assistito impotenti al posizionamento prima dell’inutilizzato Palazzo Mostre e dopo dello stabilimento Bulgari in una zona territoriale opposta a quella individuata negli attuali Coinor e Coinor 2000 del territorio di Valenza.
Del Palazzo Mostre, nato trionfalisticamente quale secondo polo fieristico regionale, possiamo affermare oggi che, più che inutilizzato ci sembra, con il senno di poi ovviamente, inutile ed auspichiamo che qualcuno preposto alla “governance” di tale struttura dica, prima o poi, che cosa succederà in merito.
Prima che l’insediamento industriale citato iniziasse il proprio iter proponemmo (lo stralcio di cui prima ne è testimonianza concreta……), l’adozione di misure alternative che, come spesso accade, non sono state prese in considerazione.
All’attuale Amministrazione e a quella precedente abbiamo richiesto spiegazioni che non ci sono state date, in pratica l’insediamento Bulgari è stato “subìto” forse, riteniamo, per il provvido incasso di qualche onere di urbanizzazione a pieno discapito delle impostazioni programmatiche del passato e delle centinaia di imprese che investendo capitali propri hanno costruito in diritto di superficie le loro sedi aziendali.
Un gioco che si è rivelato dannoso per l’economia locale e la sua capacità di vedere ed interpretare il futuro.
Tutto questo non viene mitigato dalla suggestione che la localizzazione di un grosso gruppo industriale possa portare a Valenza e alla sua economia lustro e ritorni di immagini importanti, per la verità sono argomentazioni già utilizzate quando l’idea della costruzione del Palazzo Mostre prendeva corpo.
Da tempo chiediamo la liberalizzazione degli insediamenti nell’area orafa e la possibilità che gli imprenditori, divenuti “semplici” proprietari personali dei loro laboratori, possano addivenire alla loro alienazione senza incorrere in trasgressioni alle normative vigenti in materia di piano regolatore e convenzioni a suo tempo stipulate.
Ancora pochi mesi fa ci è stato risposto che tutto è fermo a causa della non assunzioni di provvedimenti specifici da parte di organi amministrativi e burocratico tecnici a livello comunale; con il risultato che tutto è, desolatamente, fermo al cospetto della frenetica attività burocratico amministrativa per fare in modo che si realizzassero, al di fuori delle aree produttive, gli insediamenti ricordati.
Oggi effettuando una realistica radiografia urbanistico sociale e produttiva della città e del suo territorio si può affermare che il centro storico di Valenza è, opinione comune dei commercianti che più di altri ne vivono gli effetti e dalle loro peculiarità ne dovrebbero trarre giovamento, spoglio, triste, svuotato; riteniamo basti vedere i locali vuoti e le vie poco frequentate.
Le periferie costellate di pezzi di aree produttive ad ovest, ad est e prima e dopo la stazione ferroviaria, con molti locali vuoti ed in alcuni casi abbandonati ed il sistema viario di servizio in condizioni fatiscenti, lo stesso si può affermare per la gestione delle aree verdi pubbliche e dei parcheggi.
In queste periferie si sono costruite case e palazzi per civili abitazioni e, oltre alle decine di vani sfitti e/o non utilizzati, si verificano casi di vera e propria ghettizzazione, frutto di un progressivo abbandono di quella impostazione che fondava la propria leva sulla capacità di saper far convivere i cittadini ed un sistema di piccole e medie imprese.
Tale binomio inscindibile, nella sua peculiarità particolare ha permesso a Valenza, una piccola città della provincia italiana, di divenire famosa in tutto il mondo e di dare la possibilità di lavoro ben oltre la sua disponibilità demografica.
La crisi economica, l’incapacità del settore orafo di cogliere le sfide e le opportunità che si sono presentate e l’apatia politico programmatica delle amministrazioni comunali che si sono via via succedute hanno portato all’impoverimento del nostro distretto.
Non ci sottraiamo dalle nostre responsabilità politico sindacali; anche la nostra Associazione non ha saputo cogliere appieno e per tempo le modificazioni che stavano avvenendo, abbiamo privilegiato la ricerca per l’ottenimento di un sempre migliore livello di qualità nell’erogazione dei servizi alle imprese, anteponendo a volte questa attività, comunque importante, di supporto alle imprese a quella che dovrebbe rimanere la nostra vocazione principale e per la quale siamo nati: fare proposte, denunciare le storture, rappresentare politicamente e sindacalmente, sempre ed in ogni caso, gli interessi delle imprese.
Quanto accaduto in questi anni ci spinge oggi a non commettere più errori di sottovalutazione e superficialità nell’analizzare i problemi.
Valenza e la sua economia devono ripartire.
Per farlo la CNA pensa che serva una forte iniziativa tesa a rilanciare la nascita di piccole e medie imprese che possano trovare nel lavoro in proprio, effettuato per conto terzi e/o per realizzare produzioni proprie, nuova linfa e nuove possibilità di produrre ricchezza.
Per fare questo l’Amministrazione Comunale deve assumere concreti provvedimenti a favore, vedi per esempio la riduzione delle imposte e delle tasse comunali che hanno raggiunto negli ultimi anni livelli di pesantezza inaccettabili.
Occorre l’adozione di provvedimenti che permettano ai proprietari di laboratori dismessi ed inutilizzati di alienarli a condizioni favorevoli e misure che impediscano la nascita di nuove costruzioni promuovendo, anche attraverso l’introduzione di incentivi vedi per esempio l’abbattimento dell’imu, la ristrutturazione degli edifici produttivi dismessi favorendo il coinvolgimento nelle ristrutturazioni delle piccole e medie imprese edili del territorio.
Ribadiamo quindi, con forza, la necessità che le aree destinate agli insediamenti produttivi siano liberalizzate e che i laboratori di proprietà personale di ex imprenditori possano essere ceduti.
Auspichiamo che l’Amministrazione Comunale assuma nel più breve tempo possibile i provvedimenti necessari al fine di consentire l’attuazione di tali proposte.
Le stesse aree produttive devono godere, per quanto possibile, della manutenzione necessaria degli spazi pubblici e di un controllo del territorio sul piano della sicurezza che consenta a chi lavora in un settore così delicato per le materie prime utilizzate di sentirsi protetto.
Questione quella della sicurezza che interessa tutta la popolazione ed assume un valore ancora più speciale date le caratteristiche economico produttive sopra ricordate.
Altre questioni importanti sono l’adozione a tutti i livelli di misure di contrasto netto al lavoro nero e all’abusivismo, problematiche che si collegano al tema più generale della tutela della sicurezza, con un’azione di controllo che può essere svolta in maniera più mirata ed efficace.
In questo contesto ribadiamo quanto sia doveroso che vengano privilegiate in caso di nuove costruzioni, ristrutturazioni ed ammodernamenti le imprese del territorio.
Sappiamo che rimangono sul tappeto molti altre temi bisognosi di approfondimenti si pensi alla formazione professionale, alla costruzione di una rete di imprese per poter ambire a misurarsi con i mercati internazionali, l’individuazione di una vera politica promozionale rivolta a “far vendere” il nostro prodotto e ad attirare persone esterne nella nostra città superando quella sorta di “virtuoso inganno” basato sulla suggestione che Valenza possa risultare città a vocazione turistica.
La nostra città può attirare persone attraverso la sua straordinaria capacità di realizzare gioielli inimitabili proponendoli a condizioni di prezzo accessibili e fornendo quei servizi indispensabili a chi viene per acquistare e quell’accoglienza tipica di quelle località che fanno di tutto, pur non avendo attrattive turistiche, per vendere le proprie produzioni di eccellenza ai turisti dello “shopping”.
CNA sede territoriale di Valenza
Valenza (Al) febbraio 2017